
Cos'è MSI Project Zero e come rivoluziona l'assemblaggio dei PC (mistergadget.tech)
Basta cavi a vista: MSI, insieme ad Asus e Gigabyte, sposta i connettori sul retro della scheda madre per un look pulito e un airflow migliore. Ma attenzione, per abbracciare questa rivoluzione serve un case compatibile.
La gestione dei cavi è da sempre la croce e la delizia di chi assembla un PC. Può essere un processo noioso e intimidatorio e, anche se eseguito a regola d’arte, il risultato non è sempre esteticamente perfetto. È proprio per risolvere questo problema che MSI ha introdotto la sua linea di prodotti Project Zero (PZ): una gamma di schede madri e case progettati con un unico obiettivo in mente: rendere il cablaggio il più invisibile possibile.
L’idea alla base di Project Zero è semplice ma radicale: spostare la quasi totalità dei connettori di alimentazione e dati dal lato anteriore a quello posteriore della scheda madre, nascondendoli efficacemente alla vista. Nelle schede madri tradizionali, questi connettori si affacciano sullo scomparto principale del case, creando un groviglio di cavi che, oltre a essere un “pugno nell’occhio”, può ostacolare il flusso d’aria.
Tuttavia, c’è molto di più dietro a Project Zero, e MSI non è l’unica azienda a percorrere questa strada. Ecco tutto ciò che c’è da sapere su questa nuova e interessante tendenza nel mondo del PC building.
Indice
Come funziona il design “back-connect”?
I prodotti Project Zero utilizzano un design “back-connect” (a connettori posteriori). In pratica, vengono spostati sul retro della scheda madre quasi tutti i connettori che normalmente affollano la parte anteriore, tra cui:
- Il grande connettore di alimentazione ATX a 24-pin.
- I connettori di alimentazione per la CPU.
- Gli header per le ventole del case, del dissipatore e delle pompe a liquido.
- Le porte SATA per hard disk e SSD.
- Gli header per l’illuminazione RGB e ARGB.
- I connettori del pannello frontale (pulsante di accensione, USB, audio).
Cosa rimane visibile sul lato anteriore? Solo i componenti principali che definiscono le prestazioni e l’estetica della build: il socket della CPU, gli slot per la RAM e gli slot PCIe per la scheda grafica e gli SSD NVMe.

I vantaggi di questo approccio sono principalmente due. Il primo è puramente estetico: si ottiene una build incredibilmente pulita, quasi priva di cavi a vista, perfetta per i case con pannelli in vetro temperato. Il secondo è funzionale: con meno cavi a ostruire il passaggio, il flusso d’aria all’interno del case migliora, potenzialmente contribuendo a temperature di esercizio più basse per i componenti.
La concorrenza: non solo MSI
MSI è uno dei principali promotori di questa tecnologia, ma non è l’unica. Altri due grandi produttori hanno lanciato ecosistemi simili, con l’obiettivo comune di creare PC dall’aspetto più pulito:
- Gigabyte Project Stealth: Un ecosistema completo che include schede madri, case e persino schede grafiche con connettori di alimentazione nascosti.
- Asus Back to the Future (BTF): Anche Asus propone una gamma completa di prodotti BTF, con schede madri, case e GPU progettate per nascondere i cavi.
La compatibilità: la scelta del case è fondamentale
Qui arriva il punto più importante da considerare. Attenzione: una scheda madre Project Zero (o di qualsiasi altro sistema back-connect) richiede obbligatoriamente un case compatibile, dotato di apposite aperture sul vassoio della scheda madre per poter accedere ai connettori posteriori. Non è possibile installare una di queste schede in un case standard.

MSI offre una propria linea di case Project Zero, disponibili in bianco e nero e con caratteristiche moderne come i pannelli in vetro panoramico. Tuttavia, la buona notizia è che l’industria si sta muovendo per supportare questo nuovo standard. Marchi di terze parti molto noti come Corsair, Lian Li, Cooler Master, InWin e Thermaltake hanno già iniziato a produrre case compatibili con le schede madri back-connect, garantendo un’ampia scelta per gli appassionati che vogliono realizzare una build pulita e ordinata.