
Scattano le indagini sui prodotti acquistati online (mistergadget.tech)
In queste ore è emersa un’indagine dell’Unione Europea che ha scosso il mondo degli acquisti online.
Si tratta di una vera e propria accusa da parte di Bruxelles nei confronti di un famoso store, relativa alla vendita di prodotti tossici e non conformi alle normative di sicurezza. Questi articoli, che includono giocattoli, cosmetici e accessori, rappresentano una seria preoccupazione.
Si stima che 12 milioni di pacchi transitino ogni giorno all’interno dell’Unione Europea, provenendo direttamente da venditori extra-UE. Molti di questi spedizionieri, ovviamente, fanno capo a ditte particolarmente famose e in voga al momento, come Temu. Questa azienda, arrivata nel mercato italiano solo un paio di anni fa, è riuscita a conquistare un’ampia fetta di mercato grazie a campagne di sconti aggressive e prodotti a prezzi estremamente competitivi, tanto da far tremare colossi come Amazon.
Scattano le indagini sui prodotti acquistati online
Tuttavia, la recente indagine della Commissione Europea ha rivelato che non tutti gli articoli sono conformi, in particolare a causa di problemi di etichettatura e della mancanza della documentazione richiesta in Europa. L’indagine ha messo in luce come questa situazione possa rappresentare un rischio significativo per i consumatori. Le verifiche hanno incluso anche controlli tramite “mystery shopping” su articoli non conformi che possono diventare particolarmente delicati nell’acquisto. Tra questi rientrano i cosmetici, che entrano in contatto diretto con la pelle; gli occhiali da sole, essenziali per la sicurezza degli occhi; e ancora, ciucci e giocattoli per bambini, materiali che necessitano di linee guida precise e rigorose per la sicurezza.

Secondo la Commissione Europea, la presenza online di questi prodotti potrebbe persino violare le leggi previste sui servizi digitali. Le accuse, mosse sulla base di risultati preliminari, si fondano su regolamenti che obbligano le piattaforme a garantire non solo la sicurezza, ma anche la perfetta comprensione da parte degli utenti di ciò che stanno acquistando.
L’indagine, pur essendo rivolta alle piattaforme, evidenzia una complessità: all’interno di queste, infatti, operano venditori terzi. È quindi cruciale risalire ai soggetti responsabili e comprendere come la piattaforma intenda agire di fronte a queste merci inadeguate.
La vicepresidente esecutiva per la sovranità tecnologica ha sottolineato un principio fondamentale: “Acquistiamo online perché confidiamo che i prodotti tenuti nel nostro mercato unico siano sicuri e conformi alle nostre norme”. È quindi indispensabile che chiunque voglia vendere all’interno del circuito europeo si adatti a questa normativa e segua scrupolosamente le regole di vendita interne.
Un esempio chiaro sono gli occhiali da sole privi di protezione UV, senza etichette o istruzioni in italiano, o i prodotti che non riportano correttamente gli ingredienti. Nel settore infantile, inoltre, sono state individuate sostanze tossiche all’interno di prodotti per bambini. Tutte queste problematiche richiedono indagini accurate e un intervento congiunto sia dalla normativa interna che, soprattutto, dall’azienda stessa.