
Addio alle chiamate ingannevoli (mistergadget.tech)
Chiamate SPAM, numeri finti, truffe telefoniche ormai è una costante con cui siamo abituati a convivere ma ad agosto cambierà tutto.
Nel “far west” telefonico dove, secondo i dati allarmanti dell’associazione ARTE, il 97% delle chiamate promozionali è falso, si apre una luce. Parliamo di circa 10.000 episodi di truffe segnalate ogni anno, con perdite medie che oscillano tra i 150 e i 200 euro per famiglia. Ma qualcosa sta per cambiare.
A partire dal 19 agosto, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) metterà in campo una misura attesa da tempo: il filtro anti-spoofing. Da quella data, tutti gli operatori telefonici saranno obbligati a bloccare automaticamente le chiamate internazionali che si mascherano dietro numeri fissi italiani. Un intervento concreto che mira a ridurre in modo significativo le frodi telefoniche, specialmente quelle nel settore energetico, dove la quasi totalità delle chiamate commerciali risulta essere ingannevole.
Addio alle chiamate ingannevoli
In un contesto così “selvaggio”, l’introduzione di un blocco tecnico per impedire lo spoofing, ovvero la falsificazione dell’identità del numero chiamante per accedere a un sistema con l’inganno, rappresenta un passo fondamentale. Si tratta di ridurre i danni economici, contrastare la diffusione illecita dei dati personali e, non da ultimo, ripristinare un minimo di fiducia nelle comunicazioni telefoniche.

Il CLI spoofing (Calling Line Identification spoofing) è una tecnica che permette di falsificare il numero del chiamante, facendolo apparire come un recapito locale, anche se la chiamata proviene da call center situati ben oltre i confini europei. Tutto questo è reso possibile da sistemi VoIP (Voice over IP), che permettono di manipolare i dati trasmessi durante la chiamata, rendendo quasi impossibile distinguere una telefonata autentica da una truffa.
I numeri raccolti dall’associazione ARTE tramite il suo Portale Antitruffa dipingono un quadro preoccupante. Nel settore energetico, quasi la metà (47,9%) delle chiamate fraudolente proviene da soggetti che si fingono il vostro attuale fornitore; un altro 15,7% si presenta come un concorrente sul mercato libero. Altri ancora millantano di rappresentare distributori locali o persino inesistenti autorità nazionali per la tutela del consumatore. Solo una minuscola percentuale, il 3,5%, può essere ricondotta ad aziende reali che operano con modalità trasparenti. Questo significa che, su 100 chiamate di telemarketing, ben 97 potrebbero avere finalità ingannevoli.
Uno degli aspetti più allarmanti è che, per risultare credibili, i truffatori spesso utilizzano dati personali reali, ottenuti illecitamente attraverso canali non autorizzati. Informazioni sensibili come nome, indirizzo, codice cliente o persino il numero di cellulare, vengono usate per farvi credere che la chiamata sia legittima.
Di fronte a questo scenario, le misure decise dall’AGCOM rappresentano un primo tentativo concreto di reazione, sebbene non risolvano tutte le criticità alla radice.