
La nuova tassa sulla tecnologia colpisce i cittadini (mistergadget.tech)
In questo periodo estivo, una notizia potrebbe risultare inaspettata e poco chiara per molti: un cambiamento significativo che, pur non essendo immediatamente evidente, inciderà direttamente sulla nostra quotidianità.
Stiamo parlando della tassa per copia privata, un onere che la maggior parte delle persone paga regolarmente, spesso senza esserne consapevole.
Questa imposta, definita un “costo nascosto”, che riguarda il prezzo di acquisto di smartphone, tablet, computer e altri dispositivi tecnologici. La sua funzione è quella di remunerare i produttori di opere digitali, come musica o film, attraverso la SIAE. La novità imminente non è solo un aumento di questa tassa, ma una diretta conseguenza sul prezzo finale di tutti i dispositivi menzionati. Un nuovo decreto, attualmente in fase di esame presso il Ministero della Cultura, prevede infatti una serie di incrementi che riguardano proprio questo aspetto.
La tassa sulla tecnologia che molti non conoscono
Molti utenti non sono a conoscenza dell’esistenza della tassa per copia privata, né tantomeno del fatto di pagarla ogni volta che acquistano un nuovo dispositivo. Questa imposta, applicata in forma forfettaria, è destinata a compensare autori ed editori per le copie private che gli utenti potrebbero realizzare. In pratica, quando si acquista uno smartphone, ad esempio, si versa una quota aggiuntiva sul prezzo base, che serve a compensare l’utilizzo della memoria interna del dispositivo per salvare legalmente brani musicali, video e altri contenuti digitali.

Questo si traduce in un rincaro su un prezzo di acquisto che, in molti casi, è già considerevole. 2 .Si stima che l’applicazione di questa tassa generi per la SIAE un introito annuale di circa 120-130 milioni di euro. Con l’aggiornamento del nuovo decreto, le tariffe subiranno modifiche, portando ad aumenti fino a oltre il 40% per categorie come smartphone, tablet, computer, smartwatch, hard disk wireless, schede SD, CD, Blu-ray e chiavette USB.
Il nuovo tariffario non si limita ai dispositivi tradizionali, ma introduce aumenti anche per i servizi Cloud, un’innovazione che potrebbe generare ulteriori discussioni. Analizzando le stime diffuse, come quelle riportate dal sito DDAY, l’impatto economico non sarà affatto trascurabile.
Per uno smartphone con memoria tra i 64 e i 128 GB, si prevede un aumento di circa 6-8 euro. Per dispositivi con capacità da 512 GB a un terabyte, l’incremento potrebbe raggiungere il 32%, con un rincaro fino a 9 euro. I computer potrebbero vedere un aumento di circa 5-6 euro. Per gli smartphone e i wearable, gli incrementi varieranno da 2 a 6 euro circa, sempre in base alla memoria del dispositivo.
Per i servizi Cloud, la novità più rilevante, gli aumenti saranno irrisori, dell’ordine di pochi centesimi, anche per spazi di archiviazione digitali significativi. Anche per CD e DVD si prevedono rincari di pochi centesimi, sebbene rappresentino comunque un aumento percentuale del 20% circa. La questione interessa anche hard disk esterni, chiavette USB e lettori, coprendo un ampio spettro di prodotti digitali.
Sebbene in alcuni casi si tratti di incrementi di pochi centesimi, l’effetto cumulativo e il rapporto con il valore del prodotto acquistato non sono trascurabili. L’impatto non riguarda il singolo gigabyte, ma il costo complessivo del dispositivo. Chi acquista un prodotto con un terabyte di memoria, per esempio, percepirà un onere maggiore.
Un’ulteriore conseguenza indiretta potrebbe essere la decisione di alcuni fornitori di servizi (come Google con Gmail) di eliminare o ridurre la porzione di giga gratuiti, a fronte di questa nuova normativa.