
Giappone da record: internet a 1 Petabit al secondo. Ecco come è stato possibile (mistergadget.tech)
Un team di ricercatori ha trasmesso dati a una velocità inimmaginabile su una distanza di oltre 1700 km, sfruttando le infrastrutture esistenti. Una svolta che apre le porte al futuro del 6G e dell’intelligenza artificiale.
Siamo abituati a misurare la velocità delle nostre connessioni internet in Megabit al secondo (Mbps) o, per i più fortunati, in Gigabit al secondo (Gbps), che equivale a 1.000 Megabit. Ora, provate a immaginare una velocità di 1.020.000.000 di Megabit al secondo. Non è un errore di battitura: è la velocità record di 1,02 Petabit al secondo (Pb/s) raggiunta da un team di ricercatori in Giappone, guidato dall’Istituto Nazionale di Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione (NICT).
Per dare un’idea di cosa significhi, una velocità di 1,02 Pb/s permetterebbe di scaricare circa 12.750 film in risoluzione 8K in un solo secondo. È una capacità di trasmissione dati che potrebbe rivoluzionare il futuro del 6G, della realtà virtuale e aumentata, dell’intelligenza artificiale e delle auto a guida autonoma, superando molti dei “colli di bottiglia” che oggi limitano queste tecnologie.
Ma il vero traguardo non è solo la velocità pura. In passato erano già state raggiunte velocità simili o superiori, ma su distanze molto brevi. La vera impresa di questo nuovo record mondiale è la distanza su cui questa incredibile velocità è stata mantenuta: oltre 1.770 chilometri. Mantenere la potenza del segnale su una simile distanza senza degradazione è una delle sfide fondamentali delle telecomunicazioni, e i ricercatori giapponesi ci sono riusciti grazie a un’ingegnosa soluzione tecnologica.
Come hanno fatto? La magia della fibra multi-core
La parte più impressionante di questo esperimento è che è stato realizzato utilizzando un’infrastruttura in fibra ottica compatibile con gli standard attuali. Non sono stati posati cavi più grandi o speciali. Il segreto sta nel tipo di fibra utilizzata.
Invece di usare un cavo tradizionale con un singolo “core” (il canale centrale in cui viaggia la luce), il team ha utilizzato uno speciale cavo a 19 core, progettato da Sumitomo Electric Industries, il tutto mantenendo lo stesso diametro esterno di un cavo standard. Immaginate di passare da un’autostrada a una sola corsia a una a 19 corsie, senza dover allargare l’autostrada stessa. La chiave del successo risiede proprio nell’aver utilizzato queste 19 corsie in parallelo per trasmettere 19 flussi di dati indipendenti e simultaneamente.

La sfida principale, a quel punto, era gestire l’inevitabile interferenza tra i segnali e amplificarli tutti contemporaneamente senza che i dati venissero irrimediabilmente corrotti. Per farlo, i ricercatori hanno utilizzato una tecnica avanzata di elaborazione del segnale nota come MIMO (Multiple-Input, Multiple-Output). In pratica, un software sofisticato è in grado di “districare” i segnali combinati all’arrivo, ricostruendo i dati originali di ogni singolo core con assoluta precisione.
Le implicazioni per il futuro (e le sfide da superare)
Sebbene questa tecnologia sia ancora in fase di ricerca e non sia pronta per un’implementazione commerciale, le sue implicazioni sono enormi. Le società di telecomunicazioni potrebbero, in futuro, moltiplicare la capacità delle loro reti esistenti semplicemente sostituendo i cavi in fibra, senza dover scavare nuove trincee o modificare radicalmente le infrastrutture.
Naturalmente, la strada verso un’adozione su larga scala è ancora lunga. Sfide come la riduzione delle interferenze tra i core su distanze ancora maggiori, la complessità di produzione di questi cavi speciali e la necessità di sviluppare hardware di rete (router, switch) compatibile dovranno essere risolte. Tuttavia, il fatto che le fondamenta tecnologiche siano state dimostrate con successo è un passo entusiasmante verso un futuro in cui la velocità di internet non sarà più un limite.