
Il 93% degli italiani ha questa impostazione attiva sul telefono che condivide tutti i dati (mistergadget.tech)
Molti italiani hanno impostazioni predefinite sui dispositivi di uso quotidiano che possono essere principio di pericolo per le informazioni personali.
Parliamo del tracciamento della posizione, dell’attività delle app, dei dati diagnostici e persino delle nostre preferenze pubblicitarie. Il punto cruciale è che molte di queste funzioni sono attive per impostazione predefinita sin dal primo utilizzo del telefono e continuano a operare a meno che non vengano disattivate manualmente dall’utente.
Quando utilizziamo un account Google, attiviamo automaticamente la memorizzazione di tre categorie fondamentali di dati personali. La prima è l’attività web e app, una vera e propria cronaca delle nostre abitudini online: raccoglie le ricerche effettuate, i clic nelle app, i contenuti visualizzati e persino il tempo trascorso su ciascuna attività. Poi c’è la cronologia delle posizioni, che dipinge una mappa dettagliata dei nostri spostamenti quotidiani, evidenziando i luoghi visitati e i percorsi abituali. Infine, le informazioni per la personalizzazione degli annunci utilizzano tutti questi dati per mostrarci pubblicità mirate e suggerimenti personalizzati per gli acquisti.
Come salvare la propria sicurezza e i dati personali
Disattivare questa raccolta dati non è un’impresa importante per chi non è molto tecnologico, ma richiede un’azione consapevole. Per fermare l’attività web e app di Google, basta aprire l’app Google, accedere al proprio account, toccare l’immagine del profilo in alto a destra, selezionare “Gestisci il tuo account Google”, andare nella sezione “Dati e privacy”, cliccare su “Attività web e app” e disattivare l’interruttore. Per la cronologia delle posizioni, il percorso è simile: dalla sezione “Dati e privacy”, si seleziona “Cronologia delle posizioni” e si disattiva l’interruttore.

Anche senza un GPS attivo, i dispositivi Android sono capaci di un tracciamento della posizione costante. Questa funzione è abilitata fin dalla prima accensione del telefono e raccoglie regolarmente dati personali, persino quando nessuna app è in uso. Android riesce a tracciare queste informazioni attraverso l’utilizzo di connessioni Wi-Fi, Bluetooth e reti mobili. Per disattivare questo tracciamento su Android, si deve andare su “Impostazioni”, aprire la sezione “Posizione”, disattivare l’interruttore principale, poi entrare in “Migliora precisione” e disattivare “Scansione Wi-Fi” e “Scansione Bluetooth”.
Non pensiate che iPhone sia esente da queste dinamiche. Anche i dispositivi iOS hanno i servizi di localizzazione attivi sin dal primo utilizzo. Similmente ad Android, il sistema iOS traccia la posizione degli utenti grazie a GPS, Wi-Fi, rete cellulare e Bluetooth, anche quando il dispositivo non viene utilizzato attivamente. Se poi l’utente ha scaricato app a cui ha consentito il tracciamento della posizione, iOS può sfruttare questi dati per personalizzare gli annunci, dare consigli sui luoghi nelle vicinanze, tracciare il percorso dell’utente e connettersi ad altri dispositivi.
Per riprendere il controllo su iOS, il percorso è il seguente: dalle “Impostazioni” si apre la sezione “Privacy e sicurezza”, si clicca su “Servizi di localizzazione” e si disattiva l’interruttore principale. Poi si ritorna alla sezione “Privacy e sicurezza”, si clicca su “Tracciamento” e si disattiva l’opzione “Richiesta tracciamento attività”, oltre a disattivare gli interruttori per tutte le app che non richiedono la posizione per funzionare correttamente.