
Quanta energia consuma davvero la NVIDIA RTX 5090? L'importanza dei picchi di potenza (mistergadget.tech)
La nuova ammiraglia di NVIDIA è un mostro di prestazioni, ma i suoi picchi di consumo possono mettere in crisi i vecchi alimentatori. Analizziamo i dati reali e scopriamo come “domare” la bestia con la tecnica dell’undervolt.
Ogni nuova generazione di schede grafiche NVIDIA di punta è diventata progressivamente più affamata di energia, e la GeForce RTX 5090 è l’apice di questa tendenza. Lanciata nel gennaio 2025 a un prezzo che in Europa si aggira intorno ai 2.199 euro, è senza dubbio la GPU consumer più potente sul mercato, capace di superare nettamente le migliori schede della generazione precedente. Comprensibilmente, ha fatto parlare di sé fin da prima del lancio, e non solo per le prestazioni. Perché con grandi prestazioni, arrivano grandi consumi: questa scheda ha un consumo energetico dichiarato (TDP) di ben 575 watt.
Ma questo valore racconta solo una parte della storia. Test approfonditi hanno rivelato che durante una sessione di gioco a Cyberpunk 2077 in 4K, la scheda Founders Edition ha un consumo medio di 559 watt. Il dato più interessante, però, riguarda i picchi momentanei. La RTX 5090, come altre schede di fascia alta, è soggetta a “escursioni di potenza”, ovvero brevi picchi che superano di gran lunga il suo valore nominale. Test di laboratorio, come quelli condotti da Igor’s Lab, hanno misurato picchi fino a 738 W per una durata di 10 millisecondi, e persino fino a 901 W per istanti inferiori al singolo millisecondo.
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Oltre il TDP: perché i picchi di potenza contano (e mettono in crisi i vecchi alimentatori)
Queste cifre possono sembrare allarmanti, ma sono un comportamento normale per le GPU di fascia estrema e rientrano nelle specifiche dei più recenti alimentatori (PSU) con standard ATX 3.0 e 3.1. Il vero problema, però, sorge con gli alimentatori più datati.

Il problema non risiede nella scheda in sé, ma nel fatto che gli alimentatori più vecchi (basati sullo standard ATX 2.51 o precedenti) possono interpretare questi picchi istantanei come un cortocircuito o un guasto, attivando la protezione da sovracorrente (OCP) e spegnendo improvvisamente il sistema per proteggere i componenti. Al contrario, gli standard ATX 3.0 e successivi sono stati sviluppati specificamente per gestire queste “escursioni” e continuare a funzionare senza interruzioni sotto stress. Di conseguenza, per una scheda come la RTX 5090, un alimentatore moderno non è solo consigliato, ma praticamente obbligatorio per garantire la stabilità del sistema.
Domare la bestia: i vantaggi dell’undervolt
Vedere numeri come 901 W può far sudare freddo al pensiero della bolletta elettrica, ma c’è una buona notizia per chi cerca l’efficienza. È possibile “domare” questa bestia senza sacrificarne le prestazioni, attraverso la tecnica dell’undervolting (riduzione del voltaggio).
Diversi test condotti dalla community di appassionati hanno dimostrato che con un undervolt aggressivo ma stabile, è possibile mantenere il 99% delle prestazioni originali della scheda riducendo il consumo energetico di circa il 16%, portando l’assorbimento medio a un più gestibile valore di 464 watt. Ancora più impressionante, in alcuni benchmark come 3DMark, un undervolt moderato può addirittura portare a un punteggio superiore a quello di fabbrica. Questo accade perché riducendo il voltaggio si crea più “margine termico”, permettendo all’algoritmo di boost della GPU di mantenere una frequenza di clock media più elevata (ad esempio, 2642 MHz contro i 2502 MHz di default).

Con un undervolt ben calibrato, è possibile non solo ridurre drasticamente i consumi, ma in alcuni casi persino migliorare le prestazioni grazie a un maggiore margine termico che consente alla scheda di operare a frequenze più alte e costanti.
L’importanza di un’alimentazione adeguata
Che siate overclocker o undervolter, fornire la giusta quantità di energia alla GPU è fondamentale. Per andare sul sicuro, NVIDIA consiglia un alimentatore da almeno 1000W, un suggerimento confermato da test indipendenti che hanno misurato un consumo di picco dell’intero sistema di 856 watt.
Cosa succede se non si fornisce alla scheda tutta l’energia che richiede? Esperimenti condotti sottodimensionando deliberatamente l’alimentazione (utilizzando solo tre dei quattro connettori a 8 pin richiesti) hanno mostrato che la scheda impone un limite di potenza automatico a 450W, con una conseguente perdita di prestazioni di circa il 5%. Con soli due connettori, la scheda si rifiuta semplicemente di avviarsi. Questo dimostra che, sebbene ci siano delle misure di sicurezza, la RTX 5090 è una componente hardware esigente che richiede un’infrastruttura adeguata per esprimere il suo pieno potenziale.