
Allerta salute per questo prodotto così utilizzato da tutti (mistergadget.tech)
Recentemente è emersa una notizia che potrebbe sorprendere molti: è stato rilevato un composto chimico potenzialmente dannoso nei cinturini degli smartwatch, dispositivi che hanno visto un’enorme diffusione negli ultimi anni tra persone di tutte le età.
Questa scoperta, frutto di studi approfonditi sui materiali, ha sollevato un’allerta sanitaria inaspettata. L’allarme arriva da uno studio pubblicato su Environmental Science and Technology Letters dall’American Chemical Society. La ricerca si è concentrata sull’uso prolungato di questi materiali a diretto contatto con la pelle. È emerso che i cinturini in fluoroelastomero possono contenere acido perfluoroesanoico (PFAS), una categoria di sostanze chimiche catalogate come pericolose.
I PFAS sono composti noti, impiegati anche in prodotti di uso comune come le padelle antiaderenti, ma la loro presenza e il potenziale impatto tossicologico sono sotto stretta osservazione.
Allerta salute per questo prodotto così utilizzato da tutti
Il problema principale, come evidenziato dallo studio, non è solo la presenza di queste sostanze, ma il fatto che i cinturini rimangano a contatto con la pelle giorno e notte, con un uso continuo dei dispositivi.

Per condurre la ricerca, sono stati analizzati 22 cinturini di smartwatch di diverse marche e fasce di prezzo. I risultati sono stati significativi: 13 dei 22 cinturini analizzati contenevano la sostanza pericolosa, e tutti e tredici presentavano PFAS. Due dei cinturini, pur non contenendo specificamente PFAS, mostravano comunque la presenza di fluoro, un elemento che potrebbe rientrare nella medesima categoria problematica.
È stato inoltre osservato un dato sorprendente: le sostanze pericolose erano presenti in quantità maggiori nei cinturini più costosi, ovvero quelli con un prezzo superiore ai 30 dollari (quindi 30 euro circa). Tutti i 22 cinturini sono stati sottoposti ad analisi chimiche per individuare la presenza di 20 diverse sostanze. Le elevate quantità riscontrate nei cinturini potrebbero derivare dall’utilizzo di questi composti durante le fasi di produzione.
Il principale rischio, come indicato nello studio, è che questi composti possano penetrare nella pelle a seguito di un uso prolungato. Al momento, sono necessari ulteriori approfondimenti per comprendere appieno le conseguenze di questa esposizione e le ragioni precise di questi livelli elevati all’interno dei cinturini.
In via precauzionale, gli autori dello studio consigliano di optare per cinturini in silicone a basso costo. Nonostante siano più economici, questi si sono dimostrati più sicuri, con una percentuale minore di sostanze pericolose, e sono pertanto indicati come un’alternativa più protettiva rispetto a quelli in fluoroelastomero.