Recensione Nintendo Switch 2: un degno successore, ma a quale prezzo? (mistergadget.Tech)
La nuova console di Nintendo migliora quasi ogni aspetto dell’originale, dalla potenza grafica ai Joy-Con, ma un prezzo più alto e alcune scelte software controverse la rendono una proposta complessa, che merita un’analisi approfondita.
Sono passati otto lunghi anni. Otto anni in cui Nintendo Switch non ha semplicemente venduto decine di milioni di unità, ma ha ridefinito il concetto stesso di console, dimostrando che la linea di confine tra il gioco da salotto e quello in mobilità poteva essere cancellata.
Oggi, Nintendo Switch 2 non entra in un mercato vuoto, ma in un’arena affollata di concorrenti agguerriti come Steam Deck e ROG Ally. La domanda non è solo se sia un buon prodotto, ma se abbia ancora quella magia, quell’unicità per dominare un’altra generazione. Dopo aver passato settimane in sua compagnia, posso dire che la risposta è un sonoro “sì”, ma accompagnato da tanti, forse troppi, “ma”.
La prima sensazione, tenendo in mano la Switch 2, è di familiarità e, allo stesso tempo, di profonda innovazione. La forma è quella, iconica, ma ogni dettaglio è stato rifinito. Il corpo principale, pur essendo un tablet, è più snello e trasmette una sensazione di maggiore solidità. Ma la vera rivoluzione è nell’aggancio dei Joy-Con. Dimenticate il vecchio sistema a binari, con il suo leggero ma fastidioso gioco: il nuovo meccanismo di aggancio magnetico è una meraviglia di ingegneria. I controller scattano in posizione con un “clack” secco e rassicurante, senza alcuna incertezza. Sembra un dettaglio, ma nell’uso quotidiano cambia tutto, rendendo la console un blocco unico e coeso.
Il display è un altro passo da gigante. Sebbene la scelta di un pannello LCD e non OLED possa far storcere il naso, ogni dubbio svanisce alla prima accensione. Lo schermo da 1080p, con supporto HDR e una fluidità a 120 Hz, è una vera e propria finestra su mondi vibranti. È luminoso al punto da poter giocare tranquillamente all’aperto, i colori sono vividi e la reattività è impeccabile. Accanto a questo, troviamo miglioramenti che testimoniano un’attenta progettazione: lo stand posteriore è finalmente ampio e stabile, simile a quello di un tablet Surface, e le due porte USB-C (una sopra e una sotto) sono una comodità che si apprezza fin da subito.
Purtroppo, non tutte le scelte convincono. È importante notare che, incomprensibilmente, i nuovi Joy-Con non utilizzano joystick a effetto Hall, e lo spettro del “drifting” rimane una preoccupazione concreta. In un prodotto premium del 2025, è una mancanza difficile da giustificare. La consolazione è che i controller sono sostituibili (al prezzo non proprio popolare di 94,99 €) e la compatibilità con accessori di terze parti è garantita.
Ma un hardware eccellente è solo metà dell’equazione. La vera prova del nove sono i giochi, e qui Nintendo Switch 2 sfodera i suoi assi. Mario Kart World è la quintessenza dell’esperienza Nintendo: un titolo colorato, caotico e incredibilmente divertente. Poter appoggiare la console su un tavolo, staccare un Joy-Con e sfidare un amico in pochi secondi è ancora oggi una magia che nessun’altra piattaforma riesce a replicare con la stessa immediatezza.Il gioco è tecnicamente impressionante, con gare a 24 giocatori che girano senza incertezze, e dimostra fin da subito la potenza grafica della nuova macchina.
L’anima cooperativa della console è stata messa alla prova con Split Fiction, un’avventura per due giocatori. Qui ho testato la nuova funzione “Game Share”, che permette di coinvolgere un amico facendolo giocare sulla sua vecchia Switch (nel mio caso, una Lite) in streaming dalla nuova console. È un’idea brillante per dare un senso al vecchio hardware, anche se abbiamo riscontrato una latenza che a tratti ha inficiato l’esperienza.
Dove Nintendo, invece, compie un passo falso è con Nintendo Switch 2 Welcome Tour. Quello che dovrebbe essere l’erede spirituale di Wii Sports, un biglietto da visita festoso e gratuito, è invece un tutorial venduto a dieci euro. I minigiochi sono superficiali e privi di rigiocabilità. Non avrei nulla da ridire se fosse incluso gratuitamente nella confezione. Tuttavia, facendolo pagare, Nintendo lo espone a critiche feroci, trasformando un’opportunità in un’operazione che sa di avidità.
È quando si scava più a fondo, oltre l’hardware e i giochi di lancio, che emergono le contraddizioni più grandi di Switch 2. La retrocompatibilità, ad esempio, è un campo minato. Da un lato, vecchi titoli come Rock of Ages 3 girano con una fluidità mai vista prima, rendendo l’aggiornamento desiderabile solo per questo. Dall’altro, la situazione non è tutta rose e fiori: molti giochi mantengono i blocchi al framerate originali e, cosa più grave, titoli di punta come Breath of the Wild richiedono un esborso aggiuntivo per sbloccare la versione ottimizzata.
Le scelte più frustranti, però, risiedono nella gestione dei dati. Il nuovo sistema di “schede di gioco virtuali” per prestare i titoli digitali è un’idea interessante ma limitata da regole macchinose. Il vero problema, però, è il trasferimento dei salvataggi. Il processo non copia i dati, ma li sposta, cancellandoli dalla console di origine. Questo significa che un errore durante il trasferimento può portare alla perdita definitiva dei propri progressi. È un sistema che genera ansia e che appare anacronistico rispetto alla flessibilità offerta da piattaforme come Steam.
Tutte queste considerazioni ci portano all’elefante nella stanza: il prezzo. A 449,99 €, o 509,99 € in bundle con Mario Kart World, Switch 2 è significativamente più costosa del modello originale. Certo, sono passati otto anni e l’inflazione si è fatta sentire, ma questo non cambia la percezione di un prodotto che perde la sua aurea di “console accessibile”. L’aumento non si ferma all’hardware: i giochi di punta ora costano 79,99 €, un nuovo standard che peserà sul portafoglio nel lungo periodo.
A questo si aggiunge la crescente importanza dell’abbonamento a Nintendo Switch Online, necessario per il multiplayer, per accedere al catalogo di giochi classici e persino per usare la nuova chat vocale integrata, GameChat. Sebbene il costo annuale sia contenuto, si somma a un ecosistema che, nel complesso, è diventato decisamente più oneroso.
Giudicare Nintendo Switch 2 è un esercizio complesso. Da un lato, c’è un pezzo di hardware eccezionale, un’evoluzione intelligente e ben progettata che migliora quasi ogni singolo aspetto del suo predecessore. I giochi sono, come da tradizione Nintendo, fenomenali, e l’esperienza d’uso è fluida, reattiva e divertente. Da questa prospettiva, la promozione a pieni voti sarebbe scontata.
Dall’altro lato, però, c’è una serie di scelte software e commerciali difficili da digerire. Un ecosistema chiuso e punitivo, una retrocompatibilità con asterischi e un costo totale che la allontana dal suo pubblico storico. In definitiva, Nintendo Switch 2 è una console che vale assolutamente il prezzo richiesto, e il mio consiglio è di acquistarla. Ma è un peccato profondo che ogni elogio, per quanto sincero, debba essere accompagnato da un avvertimento. È un successore brillante, ma contaminato da una serie di “ma” che ne offuscano lo splendore.
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