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Apple sotto pressione dall’Europa per le regole App Store: a rischio sanzioni

Apple sotto indagine UE per mancata conformità al Digital Markets Act con l’App Store: a rischio sanzioni già da luglio.

L’Unione Europea ha avviato una procedura formale contro Apple per verificare il rispetto del Digital Markets Act (DMA), la normativa comunitaria che impone alle grandi piattaforme digitali nuove regole di concorrenza. Al centro dell’indagine ci sono le pratiche di gestione dell’App Store e, in particolare, le modalità con cui Apple consente o limita l’accesso di marketplace alternativi sui dispositivi con iOS.

L’UE valuta multe per il mancato rispetto del DMA entro la scadenza di giugno

Secondo quanto riportato, Apple rischia una sanzione fino al 10% del fatturato globale annuo, che potrebbe salire fino al 20% in caso di recidiva. La scadenza per conformarsi al DMA è fissata al 7 luglio 2025, e le indagini preliminari della Commissione suggeriscono che Apple non starebbe rispettando pienamente le nuove regole.

Le regole contestate: accesso ai marketplace e canali alternativi

La normativa comunitaria impone che le piattaforme dominanti come Apple debbano consentire l’installazione di app da store alternativi e permettere agli sviluppatori di informare gli utenti su metodi di pagamento esterni all’App Store. Tuttavia, la Commissione UE ritiene che le attuali misure introdotte da Apple non siano sufficienti a soddisfare questi obblighi.

Secondo la Commissione, il sistema di autorizzazione per i marketplace di terze parti, introdotto da Apple in iOS 17.4, sarebbe eccessivamente restrittivo, tanto da ostacolare nella pratica l’emergere di una reale concorrenza. Inoltre, il modo in cui Apple limita le comunicazioni tra sviluppatori e utenti sul tema dei pagamenti alternativi risulterebbe ancora non conforme al DMA.

Sotto esame anche il Core Technology Fee

Oltre alla questione dell’accesso, Bruxelles valuta anche l’impatto del cosiddetto Core Technology Fee, la tariffa fissa di 0,50 euro per installazione applicata agli store alternativi e agli sviluppatori che scelgono di non utilizzare l’App Store ufficiale. Questa tassa, secondo la Commissione, potrebbe disincentivare lo sviluppo di sistemi alternativi e configurarsi come una forma indiretta di barriera all’ingresso.

Le autorità europee stanno analizzando se tale tariffa violi i principi del DMA, che mirano a favorire l’interoperabilità e la libertà di scelta per utenti e sviluppatori. Al momento, la Commissione non ha ancora espresso una posizione definitiva, ma ha intensificato i controlli in vista della scadenza di luglio.

Apple ha tempo fino al 7 luglio

Apple deve rispondere formalmente alle contestazioni entro il 7 luglio 2025, data limite per adeguarsi agli obblighi del DMA. Dopo tale scadenza, la Commissione potrà decidere se comminare una sanzione economica oppure proseguire con ulteriori richieste correttive.

Negli ultimi mesi, Apple ha apportato alcune modifiche al sistema iOS per il mercato europeo, ma queste non sembrano aver soddisfatto del tutto le aspettative di Bruxelles. In particolare, le restrizioni tecniche e contrattuali poste agli sviluppatori continuano a essere oggetto di critiche da parte delle autorità e delle associazioni di categoria.

Precedenti e possibili scenari futuri

Apple non è l’unica azienda nel mirino della Commissione: anche Google, Meta e Amazon sono soggetti agli obblighi del DMA. Tuttavia, il caso Apple si distingue per l’importanza strategica dell’App Store e per la lunga storia di controversie legate alla gestione del proprio ecosistema chiuso.

Se la Commissione dovesse decidere per una sanzione, il precedente potrebbe influenzare anche altri mercati extra-europei, spingendo i legislatori di altri Paesi a intervenire su modelli di business simili. Inoltre, una multa sostanziale potrebbe spingere Apple a rivedere più a fondo le proprie politiche di accesso e monetizzazione.

La procedura UE contro Apple si inserisce in un contesto normativo in evoluzione, dove le autorità cercano di riequilibrare i rapporti di forza tra piattaforme dominanti e utenti finali. La risposta dell’azienda, attesa entro la prima settimana di luglio, sarà determinante per definire i prossimi sviluppi. Il nodo principale resta la conformità al DMA, e l’eventuale sanzione potrebbe avere ripercussioni a livello globale sul futuro delle piattaforme digitali.

Manuel De Pandis

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Manuel De Pandis

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