
L'Europa blocca Whatsapp (mistergadget.tech)
Una notifica ha generato una serie di preoccupazioni per gli utenti: si tratta del presunto blocco di WhatsApp da parte dell’Unione Europea.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a numerosi cambiamenti, ma anche a tante fake news che, ovviamente, circolano costantemente riguardo all’applicazione, data la sua enorme popolarità e il suo vasto utilizzo.
La questione rilevante delle ultime settimane è stata l’ipotesi di un WhatsApp a pagamento, con l’obbligo per gli utenti di sottoscrivere un abbonamento per usufruire di alcuni servizi, e soprattutto l’introduzione della pubblicità all’interno del sistema stesso. Un cambiamento epocale per un’applicazione che, di fatto, è nata con estrema semplicità di utilizzo, aperta a tutti senza particolari conoscenze tecnologiche e con metodiche di funzionamento ancora oggi molto apprezzate.
Whatsapp, l’Europa ha deciso
È chiaro che Meta sta spingendo da tempo per una maggiore integrazione di WhatsApp, al fine di equiparare l’applicazione di messaggistica istantanea agli altri social network. Sono state introdotte funzionalità che hanno sicuramente implementato i servizi, ma hanno anche reso molto più complessa la gestione del sistema.

Oggi, però, siamo di fronte a una novità importante: Meta aveva deciso di puntare i riflettori sulla questione del pagamento e della pubblicità, ma ha ricevuto un drastico “no” da parte dell’Europa. La conferma è stata data dalla Data Protection Commission irlandese, che ha dichiarato come Meta abbia posticipato l’introduzione almeno al 2026. La cosa, in realtà, lascia pensare che si tratterà di uno slittamento ben più significativo.
L’idea di integrare la pubblicità all’interno degli aggiornamenti, quindi tra gli “status” e i canali, con un formato simile a quello di Instagram, era stata pensata per un lancio globale, ma ha subito un netto rifiuto da parte dell’Europa. La decisione è arrivata perché questa modalità avrebbe comportato una compromissione, o quantomeno dei dubbi, sul trattamento dei dati personali, in modo particolare per quanto riguarda Facebook e Instagram tramite il Meta Accounts Center.
Ovviamente, chi desidera avere maggiori informazioni può consultare le FAQ di Facebook. Tuttavia, in generale, è chiaro che il nuovo sistema pubblicitario avrebbe avuto bisogno di raccogliere determinate informazioni per poter veicolare la pubblicità in maniera mirata, come avviene anche sugli altri social. In realtà, però, il tracciamento incrociato tra le piattaforme, se non è regolamentato, si scontra con le direttive europee. Ed è per questo che nessun lancio sarà autorizzato prima di una verifica totale del sistema e del suo funzionamento, e soprattutto prima di capire se questo prodotto può essere sviluppato in Europa. È chiaro, infatti, che esistono sistemi di funzionamento diversi tra l’Europa e altri paesi, quindi ciò che può andare bene altrove potrebbe non essere accettabile in Italia e in Europa in generale.