
Se noti questo codice nell'App chiama subito la Banca (mistergadget.tech)
L’ennesima violazione di dati online ha avuto luogo in questo periodo. Si tratta di un’esposizione importante, relativa a 16 miliardi di credenziali.
Quando si parla di credenziali, si fa riferimento chiaramente ai dati di accesso, non solo alle password, ma anche ai nomi utente. Molti pensano che l’unico problema sia relativo alla password, ma in realtà non è così. Il motivo è molto semplice: infatti, una delle casistiche che espone al problema è proprio la divulgazione dei nomi utente, che vengono utilizzati per effettuare accessi anomali.
Tendenzialmente siamo costantemente esposti, quindi sappiamo quanto possa essere pericoloso condividere i nostri dati personali. Eppure, nonostante tutte le sollecitazioni che ci provengono dagli specialisti, continuiamo ad adottare pratiche sconvenienti, una su tutte ad esempio l’utilizzo della stessa password per una moltitudine di siti diversi.
Furto di dati online: condizione allarmate per gli accessi
Ovviamente, ci sono condizioni più allarmanti di altre, basti pensare a quando effettuiamo l’accesso su siti che non sono perfettamente sicuri. Ma la cosa importante in questo caso non è soltanto la mole di dati che sono stati prelevati, ma anche i record. Si tratta di strutture contenute all’interno delle raccolte dati che ne racchiudono degli altri, quindi una sorta di matrioska, cosa che comporta praticamente un’esposizione illimitata. I ricercatori di sicurezza hanno identificato e assemblato questi set, partendo proprio da quello che era stato rilevato, dando seguito a un blocco e cercando di recuperare e preservare alcuni dati. Il problema è che sono venuti fuori login, password, nome utente e tutta una serie di informazioni molto rischiose.

Ad oggi, come possiamo essenzialmente proteggerci? Ovviamente, il passo più importante che dobbiamo compiere è indubbiamente nello scegliere sistemi di accesso che ci possano garantire la sicurezza. Ed è ormai palese che il nome utente e la password, nella loro semplicità, non sono più sufficienti.
Ci sono schemi e condizioni differenti, ci sono strumenti di diverso tipo, ma solo alcuni di questi sono effettivamente utilizzabili concretamente. Questo perché, anche se la password e il nome utente sono ancora oggi largamente utilizzati (si stima che il 60% degli accessi venga effettuato in questo modo), in realtà non è un sistema sicuro al 100%. È per questo che, nel tempo, sono stati creati altri dispositivi e altri sistemi per accedere che sicuramente oggi rappresentano una valida alternativa e possono offrirci maggiore sicurezza, consentendo di entrare all’interno dei dispositivi e dei siti internet con maggiore tranquillità. Un esempio molto valido può essere quello dell’Authenticator di Google, che va semplicemente a implementare un codice di accesso. Non è una funzionalità particolarmente avanzata o complessa da utilizzare, eppure fa la differenza.