
Clamoroso errore che hai fatto di sicuro anche tu (mistergadget.tech)
Qualche anno fa, l’ansia principale di chi comprava uno smartphone era la durata della batteria. Oggi, il panorama è cambiato radicalmente.
I telefoni moderni, soprattutto dai 400 euro in su, offrono prestazioni assurde, possono fare qualsiasi cosa, hanno un’autonomia che dura un’intera giornata e ricariche veloci. Oggi si guarda a tanto altro, la fotocamera, i materiali, l’intelligenza artificiale.
Per questo anche le aziende hanno dovuto capire come destreggiarsi, è chiaro a tutti infatti che di base i modelli, soprattutto se si prende una data fascia di prezzo, sono tutti uguali. Cambia qualche piccolo dettaglio che alla fine è impercettibile per la maggior parte delle persone.
Smartphone da buttare, tutta colpa di un solo errore
La vera discriminante nella scelta di un nuovo telefono è diventata la promessa di ricevere aggiornamenti per anni. Non si tratta più solo di processore o fotocamera; un supporto software prolungato assicura che il tuo investimento mantenga valore, sicurezza e funzionalità aggiornate nel tempo, aumentando anche il suo potenziale di rivendita. Un dispositivo che riceve aggiornamenti regolarmente per diversi anni può competere con modelli più recenti, mentre uno abbandonato dal produttore diventa velocemente obsoleto.

Dobbiamo considerare che ci sono due grandi categorie di aggiornamenti a cui prestare attenzione:
Aggiornamenti di sistema: Introducono nuove funzioni, miglioramenti all’interfaccia e ottimizzazioni. Su Android, sono i passaggi da una versione all’altra (es. Android 14 a 15); su iOS, sono le versioni annuali.
Aggiornamenti di sicurezza: Si concentrano sulla correzione di vulnerabilità e falle. Arrivano più frequentemente, spesso ogni mese, e sono essenziali per proteggerti dalle minacce informatiche, dato che usiamo gli smartphone per operazioni bancarie, acquisti e dati sensibili.
Terzo ma non meno importante, anche se non direttamente correlato al dispositivo, è quel pacchetto di aggiornamenti di App come WhatsApp che di fatto ad un tratto smettono di funzionare se non ricevono adeguate aggiunte nel corso del tempo.
Le strategie di aggiornamento di iOS e Android sono molto diverse:
Apple (iOS): Mantiene il controllo completo, garantendo che tutti i dispositivi compatibili ricevano le nuove versioni contemporaneamente e per molti anni.
Google (Android): Li gestisce in maniera più frammentata, dipendendo dai singoli produttori. Questo può causare problemi.
Samsung e Google sono attualmente leader, offrendo fino a sette anni di aggiornamenti del sistema operativo e patch di sicurezza per i loro top di gamma più recenti (dal Galaxy S24 e Pixel 8 in poi). Anche HONOR si è unita, promettendo sette anni di supporto per il Magic7 Pro. Altri brand come OnePlus, Xiaomi e OPPO offrono da quattro a sei anni di aggiornamenti. Realme, Motorola, Nothing e Sony, invece, si mantengono su tre o quattro anni. ASUS e Vivo hanno un supporto più limitato.
Un’altra questione riguarda cosa dice oggi la legge. L’Unione Europea sta spingendo verso la sostenibilità, introducendo normative contro l’obsolescenza programmata. Da questo mese infatti, i produttori dovranno garantire pezzi di ricambio e manuali di riparazione per sette anni, aggiornamenti di sicurezza per cinque anni e aggiornamenti di sistema per almeno tre anni, assicurando che non riducano le prestazioni. Inoltre, l’USB-C è diventato lo standard unico per la ricarica, riducendo i rifiuti.
Va bene dunque valutare la fotocamera potente, il dettaglio e le finiture oppure qualcosa che per noi è determinante. Ma in un mare di prodotti tutti simili la cosa a cui dobbiamo puntare è la questione aggiornamenti perché è quello che oggi offre un valore tangibile altrimenti ci ritroveremo dopo 2 anni a dover buttare il telefono, cosa sicuramente non da poco.