
Recensione Elden Ring: NightReign: FromSoftware osa con il roguelike, ma sarà amore al primo raid? (MisterGadget.tech)
Dopo il successo planetario di Elden Ring, FromSoftware ci sorprende con Nightreign, un’inaspettata incursione nel genere roguelike. L’Interregno si trasforma, la sfida si evolve: è un degno erede spirituale o una scommessa troppo audace? La nostra analisi completa.
+ Ottime sensazioni durante l’esplorazione e i combattimenti, con un elevato senso di sfida.
+ Una colonna sonora d’atmosfera, tipica delle produzioni FromSoftware.
+ Combattimenti contro i boss inediti, tattici e gratificanti.
+ Una progressione del personaggio e delle conoscenze di gioco soddisfacente, seppur ardua.
+ Il sistema di missioni “Ricordo” che aggiunge profondità ai personaggi.
+ Eventi mondiali sporadici che rinfrescano l’esperienza.
– Un titolo chiaramente progettato per veterani dei roguelike e dei giochi FromSoftware.
– Mancanza di bilanciamento in alcuni aspetti (classi, alcuni menu, sistema di ping).
– Il restringimento della mappa (“la Pioggia”) a volte troppo rapido e punitivo.
– Rischio di ridondanza nelle esplorazioni a lungo termine a causa della staticità dei punti di interesse principali.
– Cooperazione con sconosciuti difficile senza una comunicazione vocale efficace.
– Alcuni difetti storici (telecamera, lock-on, menu) tipici dello studio.
– Eventi mondiali speciali troppo rari.
L’annuncio di Elden Ring: Nightreign ha colto di sorpresa l’intera community videoludica. Dopo una fase di beta chiusa che ha lasciato più domande che risposte, il nuovo titolo di FromSoftware è finalmente alle porte, pronto a mettere alla prova i nervi saldi dei fan.
Le domande sorgono spontanee: si tratta di un degno successore dell’epopea di Elden Ring? O la sua inedita formula roguelike rischia di alienare una parte del pubblico, pur intrigandone una nuova? Abbiamo sviscerato Nightreign per guidarvi in questa oscura discesa.
Indice
Condizioni della nostra prova
Per completare la trama principale di Elden Ring: Nightreign e sconfiggere tutti gli otto Signori della Notte disponibili al lancio, il nostro team ha impiegato ben 47 ore di gioco. Questo tempo include anche il completamento di diverse missioni secondarie legate ai personaggi e la scoperta di vari segreti.

Le battaglie contro i boss principali sono state affrontate prevalentemente in cooperativa a tre giocatori (Trio), mentre l’esplorazione e alcune quest sono state condotte in solitaria (Solo).
Un’avventura contro il tempo, da affrontare in compagnia
Chiariamolo subito: Elden Ring: Nightreign non è un soulslike tradizionale, nonostante il nome altisonante. FromSoftware ha deciso di stravolgere le carte in tavola, utilizzando l’universo di Elden Ring come canovaccio per un’esperienza roguelike che mescola azione, esplorazione e sopravvivenza. La vostra missione è chiara: sopravvivere per due giorni e due notti all’interno di Limveld – una regione dell’Interregno corrotta dai Signori della Notte e soggetta a un progressivo e inesorabile restringimento spaziale – per poi affrontare uno degli otto potenti boss al sorgere del terzo giorno. Sebbene sia tecnicamente possibile avventurarsi in solitaria, il gioco è palesemente progettato per essere affrontato in una squadra di tre giocatori. Preparatevi, dunque, a non essere soli in questa disperata lotta.
Ogni spedizione a Limveld promette di essere diversa dalla precedente, grazie a una generazione procedurale che influenza la disposizione degli ambienti e la tipologia dei nemici incontrati. Il mondo di gioco, tuttavia, nella sua macrostruttura, rimane riconoscibile. Per agevolare l’esplorazione e la fuga dalla “Pioggia” (la meccanica che restringe la mappa), avrete a disposizione diverse abilità speciali: le aquile spettrali per spostamenti aerei rapidi, la corsa veloce, l’arrampicata su brevi superfici e i “salti spirituali” che aggiungono una notevole verticalità all’esplorazione.

Nightreign è un titolo che vi terrà costantemente con il fiato sospeso. È una vera e propria corsa contro il tempo, dove la Pioggia incalzante costringe a continui cambi di itinerario e a decisioni rapide. Per sperare di scoprire tutti i punti di interesse disseminati in questo mondo spietato, e mettere così le mani su armi ed equipaggiamenti necessari per costruire un personaggio solido, è indispensabile concatenare accampamenti nemici e boss opzionali a velocità impressionante. La minima deviazione, la più piccola esitazione, una morte inattesa: tutto può costare carissimo, poiché l’esigenza del titolo non lascia spazio ad approssimazioni.
Questo ritmo forsennato, seppur esaltante per alcuni, potrebbe non adattarsi a tutti i palati. Sarà necessario eliminare avversari a raffica e calcolare percorsi ottimizzati per massimizzare la raccolta di rune (la valuta di gioco) e salire di livello. La rapidità nell’analizzare oggetti, talismani ed equipaggiamenti trovati sul campo diventa cruciale per non arrivare impreparati allo scontro finale.
Onestamente, Elden Ring: Nightreign richiede una concentrazione ferrea: la vostra attenzione sarà costantemente divisa tra la costruzione del personaggio, la vigilanza tattica contro i nemici, l’adattamento a itinerari variabili e, non da ultimo, la coesione con il proprio gruppo. I parametri da considerare sono molteplici, ma la soddisfazione che si prova dopo aver sconfitto un boss, specialmente dopo una run ben coordinata, è immensa.
Le prime ore possono sembrare brutali, data la complessità nel padroneggiare tutte le sottigliezze del gioco (sistema di reliquie, percorsi ottimali, pattern dei nemici, zone di apparizione dei boss). Tuttavia, una volta assimilati questi elementi, le vostre esplorazioni diventeranno più fluide, quasi routinarie. Se da un lato padroneggiare il gioco è gratificante, è un peccato che gli eventi mondiali inaspettati, come raid o incursioni, non siano più frequenti per spezzare questa prevedibilità acquisita.
Un eco lontano di Elden Ring
Nonostante il nome, Elden Ring: Nightreign non è il “fratellino” di Elden Ring, né condivide la stessa filosofia di design di un Dark Souls rispetto a Demon’s Souls. È, piuttosto, un cugino molto alla lontana, che rompe nettamente con i canoni soulslike che ben conosciamo.
Se tecnicamente il gioco si appoggia al medesimo motore grafico di Elden Ring, con la regione di Limveld che ricorda vagamente le atmosfere di Necrolimbo, la direzione artistica generale mostra una certa moderazione creativa. Il bestiario ricicla un gran numero di avversari dal titolo precedente (e da altri giochi FromSoftware) senza particolari guizzi di originalità. Persino l’arena dei boss finali, che dovrebbe rappresentare un momento culminante, lascia una strana sensazione di incompiuto: nessun boss gode di un’arena personalizzata, e tutte le spedizioni terminano in un ambiente piuttosto anonimo e ripetitivo.

Tuttavia, è apprezzabile la presenza di otto boss principali completamente inediti, dotati di meccaniche di combattimento atipiche che costringono a elaborare nuove strategie. Sebbene alcuni pattern possano ricordare nemici già affrontati nei precedenti titoli FromSoftware (dettaglio che solo i veterani più accaniti noteranno), ogni boss presenta debolezze specifiche da sfruttare. Similmente alle “Ostracce di Margit” in Elden Ring, elementi e afflizioni (congelamento, fulmine, fuoco, ecc.) permetteranno di interrompere attacchi critici o di infliggere danni ingenti, rendendo l’individuazione e lo sfruttamento di questi punti deboli un aspetto esaltante del combattimento.
Purtroppo, una certa ridondanza si osserva anche nell’esplorazione di Limveld. Sebbene occasionalmente compaiano “terreni rari” o eventi imprevisti, i punti di interesse principali (chiese, forti, accampamenti, castelli) rimangono fissi tra una spedizione e l’altra. L’unica vera variabilità risiede nella generazione casuale dei nemici élite nei dungeon e nel mondo aperto, ma anche qui, dopo poche ore, si inizia a intuire il catalogo dei possibili incontri.
Un titolo per veri proseliti dell’Interregno (e dei roguelike)
Elden Ring: Nightreign non è un gioco per tutti. Si discosta audacemente dai suoi predecessori per offrire un’esperienza adrenalinica e spesso brutale, che metterà costantemente sotto pressione i giocatori, dove il minimo errore può compromettere un’intera run.
Il titolo vi metterà spesso i bastoni tra le ruote: l’afflizione necessaria per indebolire un boss potrebbe non essere facilmente reperibile, le ricompense potrebbero deludere le aspettative, le armi trovate potrebbero non adattarsi alla vostra build. Ci saranno partite in cui arriverete di fronte al boss finale praticamente a mani vuote. Per i neofiti del genere roguelike o per chi cerca un’esperienza più permissiva, questa casualità potrebbe tradursi in frustrazione e nervosismo. Per i giocatori più motivati, invece, queste run “sfortunate” diventeranno preziose lezioni, spingendoli a elaborare strategie alternative.

Si percepisce chiaramente l’intenzione di FromSoftware di raffinare ed espandere la formula multiplayer di Elden Ring con Nightreign. Sebbene l’idea di base sia seducente, la sua implementazione non è esente da difetti. Le esplorazioni in cooperativa possono variare drasticamente a seconda dei compagni di squadra: se si gioca con amici affiatati e si utilizza la comunicazione vocale, l’esperienza può essere eccellente; con sconosciuti e senza chat vocale, invece, le cose si complicano notevolmente. Nightreign richiede comunicazione costante e coesione di squadra. Si arriva a rimpiangere l’assenza di una modalità a due giocatori (anche se pare sia prevista in futuro), sebbene il trio rimanga la configurazione ideale per affrontare i Signori della Notte. Giocare in solitaria? Un’impresa eroica, data l’altissima difficoltà.
Il gioco, inoltre, eredita alcuni vecchi difetti tipici delle produzioni FromSoftware: la telecamera a volte fa i capricci, il sistema di lock-on non è sempre affidabile e i menu conservano un’impostazione un po’ datata. Si ha la sensazione che lo studio si appoggi ancora molto sulle sue collaudate, ma ormai un po’ logore, fondamenta.
Le gioie inaspettate di Nightreign
Al lancio, avrete accesso a sei classi iniziali (Forban, Guardiano, Anachorete, Occhio Penetrante, Vagabondo ed Esecutore), con la possibilità di sbloccarne altre due (Revenant e Duchessa) attraverso specifiche missioni secondarie, spesso avvolte in quell’atmosfera oscura e criptica tipica di FromSoftware. Ogni personaggio propone una serie di missioni personali, chiamate “Ricordi”, che permettono di approfondire la loro storia e motivazioni, aggiungendo un interessante strato narrativo all’esperienza roguelike.
Un neo, tuttavia, riguarda il bilanciamento delle classi, che appare ancora perfettibile, con alcuni personaggi (Occhio Penetrante, Anachorete, Duchessa) che brillano nettamente per utilità e capacità di combattimento, lasciando gli altri un po’ in ombra.

Nonostante la ripetitività della mappa base, la comparsa di eventi imprevisti come i “terreni rari”, i “Cataclismi” o i raid nemici riesce a spezzare la routine e a incentivare l’esplorazione fuori dai sentieri battuti. I terreni rari, in particolare, introducono biomi inediti con attività e boss esclusivi, aggiungendo gradita freschezza. Peccato che queste sorprese non siano più frequenti: in oltre cinquanta partite, abbiamo incontrato solo una manciata di questi eventi speciali, lasciando un po’ di amaro in bocca per il potenziale inespresso.
Considerazioni Finali: un roguelike brutale ma coinvolgente
Elden Ring: Nightreign è una scommessa audace da parte di FromSoftware, un tentativo di fondere l’universo di Elden Ring con le meccaniche spietate del genere roguelike. Il risultato è un’esperienza intensa, spesso frustrante, ma capace di regalare momenti di pura esaltazione, specialmente quando la coordinazione di squadra porta a una vittoria sudata contro un Signore della Notte.

Nonostante si percepisca una certa mancanza di rifinitura in alcuni aspetti artistici (bestiario un po’ riciclato, arena dei boss generica) e di bilanciamento nel gameplay, Nightreign riesce a creare una forte dipendenza. Anche quando una run si conclude disastrosamente, la voglia di ritentare per affinare la propria strategia, potenziare il personaggio e provare l’orgoglio di superare un ostacolo apparentemente insormontabile è palpabile.
Elden Ring: Nightreign non sedurrà tutti i giocatori. La sua elevata difficoltà, la sua natura punitiva e i suoi piccoli difetti rischiano di scoraggiare più di un avventuriero. Tuttavia, per chi cerca una sfida hardcore, per chi ama la cooperazione tattica e per chi non teme di fallire ripetutamente per poi trionfare, questo titolo porta una ventata d’aria fresca nell’universo di Elden Ring e per lo stesso team di FromSoftware. È un buon inizio, una base solida su cui, speriamo, lo studio continuerà a costruire e rifinire.