
Addio canone Rai grazie allo streaming (mistergadget.tech)
Quest’anno una novità non troppo gradita ha colpito gli italiani: il canone RAI è aumentato, tornando ai suoi iniziali 90 euro dopo essere stato ridotto a 70.
È importante chiarire subito un punto: il canone RAI è una tassa sul possesso dell’apparecchio televisivo, e non un abbonamento per vedere i canali RAI. Spesso si fa confusione, ma è bene intenderlo come una tassa, che si distingue dagli abbonamenti per servizi di streaming o TV private, i quali offrono benefici specifici e sono a libera scelta dell’utente.
In pratica, chiunque abbia una televisione in casa è tenuto a pagare il canone, anche se non la usa mai o non guarda la RAI. Se invece non possiedi una televisione (ad esempio, usi solo uno schermo o un display senza connessione al digitale terrestre, o utilizzi servizi di streaming tramite computer e altri dispositivi, o un proiettore), non sarai tenuto al pagamento del canone.
Canone RAI: quando si può non pagare
Alla fine di gennaio è scaduto il termine per richiedere l’esonero dal pagamento per il 2025. È comunque possibile farlo, ma l’esonero verrà applicato per il prossimo anno. L’esenzione è prevista per chi non possiede il televisore (nei casi citati sopra), per gli ultrasessantacinquenni con un reddito inferiore agli 8.000 euro, e per militari e diplomatici stranieri.

Se rientri in queste categorie, puoi richiedere l’esonero inviando una raccomandata all’Agenzia delle Entrate, specificando tutti i tuoi dati personali, oppure mandando una PEC all’indirizzo di posta certificata della RAI o a un ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate per richiedere la disattivazione della tassa, che sarà così esentata direttamente in bolletta.
Oltre alle casistiche ufficiali di esenzione previste per legge, ci sono altre situazioni, spesso sottovalutate dalle nuove generazioni, che meritano attenzione. Questo aspetto è molto interessante perché legato direttamente alle attuali abitudini di consumo. Oggi, infatti, si registra un declino della televisione nel senso classico del termine, considerata sempre più uno strumento per adulti o anziani, e meno per i giovanissimi, che in realtà la TV non la guardano affatto.
In molte abitazioni la TV non è presente o vengono utilizzati strumenti diversi. Ad esempio, ci sono schermi impiegati come televisione ma solo con connessione a internet, per la visione di prodotti in streaming. Oppure, seguendo i trend del momento, sono diffusi i proiettori, che godono anch’essi di connessione e permettono di vedere la proiezione in qualsiasi punto della casa.
Leggendo il sito dell’Agenzia delle Entrate, viene specificato che il canone TV è dovuto da tutti coloro che possiedono un apparecchio televisivo, si paga per famiglia e l’importo è addebitato in bolletta. Quindi, chi ha un televisore, anche se non utilizza mai la RAI o non segue i suoi programmi, è comunque tenuto al pagamento.
Tutti coloro che, invece, non hanno un sistema televisivo nel senso classico (ovvero un apparecchio che si connette con l’antenna), ma utilizzano uno schermo privo di collegamento con l’antenna per vedere prodotti in streaming come Netflix, Amazon Prime Video e simili, non sono tenuti al pagamento del canone.
Inoltre, la cosa paradossale è che, comunque, attraverso lo streaming è possibile vedere ugualmente la programmazione di Rai, Mediaset o di altri canali dato che tutti questi offrono le loro applicazioni e siti internet, fruibili gratuitamente.