
Così ci cadi e ti svuotano il conto (mistergadget.tech)
La truffa del mulo di denaro (o “money muling”), come molti altri inganni che circolano in rete, riprende schemi già esistenti.
Questo significa che la sua facile diffusione negli ultimi tempi non è legata a una vera e propria novità, ma piuttosto all’impiego di una vecchia tecnica ben collaudata, leggermente modificata e potenziata dagli strumenti digitali odierni.
Questa truffa è ormai ampiamente diffusa e colpisce in modo trasversale chiunque, dai giovani agli adulti. È fondamentale imparare a riconoscerne i dettagli per evitare di caderci dentro. Non si tratta solo della classica frode di denaro o del furto d’identità; siamo di fronte a uno schema in cui la vittima diventa, di fatto, parte del riciclaggio di denaro.
Come funziona la truffa del “money muling”
Il “money muling” implica un pagamento a un soggetto, identificato come il “mulo”, una persona che viene adescata con la scusa di svolgere un piccolo lavoro in cambio di somme di denaro. Parliamo di lavori semplici e alla portata di tutti, difficili da rifiutare, soprattutto perché non si percepisce immediatamente il pericolo. Ad esempio, si chiede di mettere “mi piace” a foto sui social, un’azione potenzialmente innocua e facile da gestire.

Nel 2010, l’FBI dovette persino istituire una Task Force con forze federali, statali e locali per bloccare 40 utenti che operavano all’interno di una catena di questo tipo, coinvolgendo ben tre milioni di dollari. È ovviamente importante comprendere le strategie utilizzate da questi sistemi e a cosa bisogna fare attenzione. Se si viene contattati per un lavoro che non rispetta la legalità, bisogna sempre allontanarsi. Questo significa bloccare il contatto e segnalare alle autorità, perché procedere con un’attività illecita è sempre sbagliato.
Non bisogna assolutamente lasciarsi ingannare dalla possibilità di qualche guadagno extra, magari per azioni che non si reputano lì per lì pericolose, come interagire sui social. Anche queste attività rientrano nel ricircolo di denaro non pulito, proveniente da attività illecite, e possono trasformarsi in una condizione molto pericolosa per la vittima.
La strategia impiegata non è di breve durata, ma è pensata sul lungo termine. I truffatori effettuano versamenti regolari per un periodo prolungato, creando l’illusione di un vero e proprio impiego. Per rendere l’inganno ancora più credibile, possono presentarsi come agenzie di comunicazione.
Inizialmente, non si tratta di cifre importanti, ma di piccole somme che servono da “esca” per dare credibilità alla storia. Se un soggetto non chiede denaro, fa svolgere un semplice compito come mettere “mi piace” a dei post e, in cambio, effettua dei pagamenti, è naturale che gli utenti si sentano tranquilli e si fidino del meccanismo.