
Ti hanno hackerato: intervieni subito (mistergadget.tech)
Una notizia sta generando non poca inquietudine tra i correntisti italiani: segnalazioni di movimenti anomali all’interno dei propri conti bancari.
Sebbene siamo abituati a sentir parlare di truffe online che mirano all’home banking per bonifici e prelievi non autorizzati, in questo caso si sta delineando un fenomeno diverso. Non si tratta di frodi esterne, ma di un’anomalia interna alle app di banking di diversi istituti.
Numerosi clienti hanno segnalato difficoltà nell’utilizzo dei servizi online e, soprattutto, la comparsa di quelli che vengono definiti “prelievi fantasma”: addebiti apparentemente ingiustificati, spesso intorno ai 1.000 euro. In pratica, si tratta di somme di denaro che non sono state effettivamente prelevate dall’utente né trasferite su altri conti, ma che, nonostante ciò, risultano come addebiti non contabilizzati.
Prelievi fantasma sul conto corrente e codici strani: cosa accade?
Questa situazione, trattandosi di cifre significative, ha generato un allarme generalizzato. Le banche coinvolte sono intervenute prontamente per ripristinare il saldo effettivo dei conti all’importo corretto. Un picco di segnalazioni è stato registrato su piattaforme come Down Detector, in particolare a partire dal 16 maggio.

I “prelievi fantasma” non sono un fenomeno del tutto nuovo nel panorama bancario online. Episodi simili si sono verificati anche in passato, quando il sistema informatico della banca non funziona correttamente e genera anomalie. È fondamentale capire che, essendo una tecnologia online, i problemi di funzionamento sono sempre possibili.
I correntisti, comprensibilmente, vanno nel panico di fronte a tali discrepanze. Le banche cercano di rassicurare la clientela, ma il problema si ripresenta periodicamente. Visualizzare un prelievo non autorizzato di 1.000 euro sul proprio estratto conto spaventa inevitabilmente chiunque. Un episodio simile si era già verificato a febbraio di quest’anno, e la sua ricomparsa ha generato sorpresa e irritazione tra gli utenti.
Si tratta, tendenzialmente, di un down del sistema digitale, e non di prelievi effettivi o vere e proprie frodi. In passato, fenomeni analoghi hanno interessato diverse istituzioni finanziarie, inclusa Intesa Sanpaolo. Questi “prelievi fantasma” vengono comunque sempre ripristinati dall’istituto bancario una volta individuata e risolta l’anomalia. In ogni caso quando si genera il problema la prima cosa da capire è se si tratti o meno di una condizione unicamente personale quindi se il problema c’è ed è di tutti o meno. Verificare su siti affidabili come Downdetector è il primo passo. Se ci sono condizioni generalizzate, sarà presente informazione apposita. Se non ci sono allora è possibile contattare la propria banca, chiedere informazioni. Talvolta quando i problemi sono diffusi ci sono comunicati stampa o avvisi sulla home del sito.