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Recensione The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered: l’anima del 2006, la potenza grafica del 2025

Il capolavoro RPG di Bethesda torna con una veste grafica mozzafiato su Unreal Engine 5 e novità di gameplay, ma non senza compromessi.


The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered
È innegabile: gli RPG open world single player si sono evoluti enormemente in quasi vent’anni. The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered, pur mostrando a tratti la sua età in alcune meccaniche, ci ricorda quanto fosse avanzato per il suo tempo e quante frecce abbia ancora al suo arco nel 2025. Il lavoro svolto da Virtuos è una vera e propria dichiarazione d’amore verso l’opera originale di Bethesda: il colpo d’occhio è notevole, le novità al gameplay sono intelligenti e l’anima del classico che ha segnato un’epoca è preservata.
Fan nostalgici, avete ottime ragioni per rispondere al richiamo delle Lame. Neofiti incuriositi dai racconti su questo “vecchio classico”? Questa remaster splendidamente realizzata potrebbe essere l’occasione perfetta per lasciarvi conquistare, specialmente se siete abbonati a Game Pass. Potreste scoprire un’avventura ancora capace di stregare.
Pro
+ Notevole lavoro di rimasterizzazione grafica che ringiovanisce Cyrodiil.
+ Elementi di game design ancora molto validi (libertà d’approccio alle quest, esplorazione gratificante, diario preciso).
+ Miglioramenti al gameplay apprezzabili e ben integrati (introduzione dello sprint, UI rinnovata, feedback combattimento migliorato).
+ Longevità eccezionale grazie a un mondo vasto, numerose missioni secondarie e i corposi DLC Shivering Isles e Knights of the Nine inclusi.
+ Atmosfera e colonna sonora rimaste iconiche e affascinanti.
Contro
Prestazioni non sempre stabili su console, con cali di frame rate in modalità Performance (4K/60fps).
Animazioni dei personaggi ancora rigide e IA datata, che tradiscono l’età della base di partenza.
Sistema di combattimento ancora molto basilare per gli standard odierni.
Presenza di alcuni bug storici, anche potenzialmente bloccanti, non risolti dal remaster.

Quando nel 2006 Oblivion approdava sui nostri schermi, rivoluzionava il genere RPG open world con un mondo vivo e liberamente esplorabile. Oggi, quasi 20 anni dopo, torna nella sua versione rimasterizzata grazie al lavoro dello studio Virtuos, pronto a catturare una nuova generazione di giocatori – e a far scendere una lacrima ai veterani. Ma com’è davvero questo ritorno a Cyrodiil nel 2025?



Un ritorno atteso e travolgente

Il lancio di Oblivion Remastered non è passato inosservato: oltre 200.000 giocatori simultanei su Steam dimostrano quanto questo titolo fosse atteso. E sebbene le voci su un suo ritorno circolassero da mesi, l’annuncio è stato comunque un fulmine a ciel sereno per la community.

L’opera originale resta intatta nella sua struttura narrativa: una storia epica di successione, portali demoniaci e una terra da salvare. Si comincia, come sempre, in una fredda cella di prigione, da cui parte l’odissea dell’eroe verso la salvezza dell’Impero e la chiusura delle terrificanti porte di Oblivion.

La trama immortale di Cyrodiil

È in una fredda cella che inizia l’epopea. Dopo aver creato il nostro eroe scegliendo tra dieci razze, assistiamo all’assassinio dell’imperatore Uriel Septim VII. La nostra missione, affidataci dall’Imperatore stesso in punto di morte, è trovare l’erede al trono, Martin Septim, e aiutarlo a chiudere i cancelli del piano daedrico di Oblivion, che stanno vomitando creature demoniache su tutta Cyrodiil. 

La trama immortale di Cyrodiil (MisterGadget.Tech)

A quasi 20 anni di distanza, la trama principale di Oblivion si segue ancora con grande interesse. Questa storia di successione tormentata e artefatti leggendari da recuperare non è cambiata di una virgola, ma le sue corde narrative funzionano ancora egregiamente.

Oblivion Remastered: +10 al Carisma!

Per riportare in vita Cyrodiil, lo studio parigino Virtuos ha sfruttato a fondo l’Unreal Engine 5, rinnovando completamente l’aspetto del titolo del 2006. Oblivion Remastered ci fa (ri)scoprire il mito nella sua veste migliore. Gli artisti hanno saputo usare la potenza del motore per offrire una seconda giovinezza alla peculiare direzione artistica originale. 

Fauna, flora, edifici, cieli: tutto è stato rimodellato, ridisegnato, ripensato per reggere il confronto con le produzioni attuali. Le texture sono dettagliate, la vegetazione è molto più fitta e il motore gestisce ora ombre multiple in tempo reale con precisione, introducendo giochi di luce (assenti all’epoca) che donano più atmosfera ai dungeon. Insomma, un vero spettacolo per gli occhi, nonostante la curiosa assenza del supporto HDR.

Oblivion Remastered: +10 al Carisma! (MisterGadget.Tech)

Come è lecito aspettarsi, questo tripudio di poligoni ha una contropartita: si notano alcuni rallentamenti durante le sequenze più cariche. In modalità Performance su console, il target dei 4K/60fps non è solido come avremmo sperato. Ci sono anche alcuni effetti visivi non perfettamente riusciti, come i riflessi sull’acqua (fortunatamente disattivabili dalle opzioni). Positivo invece il rinnovamento dell’interfaccia, specialmente la scheda del personaggio, e l’aggiunta di animazioni contestuali in alcune scene chiave, come l’assassinio dell’Imperatore.

Nonostante l’impressionante lavoro grafico, le animazioni dei personaggi rimangono rigide, ricordandoci che sotto questa scintillante mano di vernice si nasconde un gioco del 2006. Basta attivare la (pur rivista) visuale in terza persona per rendersene conto. Le musiche, invece, sono così iconiche che Virtuos ha saggiamente deciso di non toccarle. Nessuna riorchestrazione, e va benissimo così.

Tra tradizione e modernità

Oblivion Remastered non si limita a un lifting grafico. Virtuos ha introdotto alcune gradite evoluzioni al gameplay:

  • L’aggiunta dello sprint, che rende più dinamiche sia l’esplorazione che i combattimenti.
  • Un miglior feedback negli scontri, con impatti dei colpi più percepibili, pur mantenendo la semplicità di fondo del sistema originale.
  • Un’interfaccia utente ispirata a Skyrim: più chiara, funzionale, con bussola e barre di stato meglio posizionate, scorciatoie ottimizzate e filtri utili.
  • Un sistema di progressione dei livelli anch’esso ispirato a Skyrim, con 12 punti da distribuire tra gli attributi ad ogni passaggio.
Tra tradizione e modernità (MisterGadget.Tech)

Per il resto, le meccaniche fondamentali non sono cambiate, così come la posizione di forzieri e nemici. Purtroppo, ritroviamo anche alcuni bug visivi e di scripting dell’originale, a volte persino bloccanti. L’uso di salvataggi multipli è ancora consigliato per evitare frustrazioni.

Naturalmente, nel 2025, alcune meccaniche risultano datate per i nuovi giocatori: il sistema di combattimento estremamente basilare, l’IA nemica e alleata a volte imbarazzante, i caricamenti frequenti (sebbene più brevi) e il level design dei dungeon non sempre ispirato. Tuttavia, Oblivion conserva elementi di grande fascino: un universo meraviglioso che premia l’esplorazione, dialoghi memorabili, libertà d’approccio alle quest, una bussola precisa, un diario chiaro, il viaggio rapido e PNG con cui interagire.

Ore ed ore di puro divertimento

Con un universo vasto e i DLC Shivering Isles e Knights of the Nine inclusi, questo remaster si presenta come una Definitive Edition ricca di contenuti. È possibile modificare la difficoltà al volo e le opzioni di personalizzazione sono più numerose.

Ore ed ore di puro divertimento (MisterGadget.Tech)

Per quanto riguarda le mod, anche se non ufficialmente supportate da Bethesda, la community PC si è già scatenata con centinaia di creazioni. Lo studio permette comunque l’attivazione dei comandi console su PC per personalizzare l’esperienza.

In conclusione, The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered è un ritorno attesissimo che brilla per il suo comparto grafico rinnovato grazie all’Unreal Engine 5 e per alcuni intelligenti miglioramenti al gameplay. Tuttavia, soffre di problemi di performance su console, conserva la rigidità e i bug dell’originale. 

Riccardo Ferrari

Studente di farmacia di giorno e scrittore di notte. Caporedattore, coordinatore e gestore delle componenti social e di pubbliche relazione di una piccola realtà: Natural Born Gamers. Nato con un joypad della prima PlayStation in mano e cresciuto con Final Fantasy, Metal Gear Solid e Resident Evil. Da lì non ha mai abbandonato il mondo videoludico, ho abbracciato anzi nuove passioni come il cinema, le serie tv ed il mondo della tecnologia.

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Riccardo Ferrari

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